La tradizione dei “Faugni” in Atri è molto radicata e risale al periodo preromano, quando la città era la capitale del Piceno del Sud e le feste di fuochi in onore di Fauno, antica divinità pagana associata alla fertilità della terra, erano organizzate in segno di purificazione e di buon auspicio per l’attività contadina. I “Faugni” appaiono per la prima volta nei riti religiosi nel 431 d.C. con il concilio di Efeso. In seguito la cerimonia fu riproposta in occasione della traslazione della Santa Casa da Nazaret a Loreto, attuando un vero e proprio processo di “cristianizzazione” di un rito profondamente radicato nel mondo pagano. L’antica cerimonia rappresenta oggi la perfetta commistione tra la cultura sacra e quella profana: si parte con la benedizione del fuoco, si continua tutta la notte nella rievocazione del rituale ancestrale e si conclude con i festeggiamenti religiosi dedicati all’Immacolata Concezione. La Processione dei Faugni acquista un particolare fascino dovuto anche alla cornice storica in cui essa si ripete: si percorrono le vie e i quartieri del centro storico ducale, costeggiando i resti di un antico teatro del I sec. d.C., le chiese dal XIII sec. al XVIII sec. e al palazzo ducale degli Acquaviva (una delle famiglie più potenti dell’Italia centro meridionali dal XIV sec. al XVIII sec.). La gelida notte dicembrina, che pervade le strade, è scaldata dall’odore dei camini fumanti e dal “sacro fuoco” che crepita, custode della maestosa Cattedrale, in attesa dell’alba. L’appuntamento più magico della vetusta città, che rinnova il millenario legame con un rito che ancora oggi stupisce e sorprende, suggestioni lontane dalle consumistiche notti bianche.